LETTERE IN REDAZIONE

I docenti fuori sede: una categoria dimenticata

Inviata da Rosanna Mazzuolo, classe ’96, è una giornalista, docente, educatrice professionale socio-culturale e pedagogista. La sua doppia passione per la scrittura e per la pedagogia e i suoi principi l’accompagnano quotidianamente nel suo lavoro di inclusione nel mondo scolastico e non solo.

I docenti fuori sede: una categoria dimenticata

<<Un insegnante ha effetto sull’eternità; non puoi mai dire dove termina la sua influenza>>. Così lo scrittore Henry Adams definiva il ruolo chiave e delicato assunto dal docente nel percorso di crescita di ogni studente.
Un insegnante, infatti, non impartisce solo competenze, abilità, sapere e conoscenze. Attraverso l’esempio e il suo agire educativo-didattico, il docente trasmette principi educativi e di vita che accompagneranno per sempre lo studente nel cammino dell’età.

Sono tante le difficoltà che si celano dietro al percorso per diventare insegnante. Tanti i sacrifici che affrontano i docenti per seguire la propria passione e vocazione. Docenti che per seguire il proprio sogno si vedono costretti ad iscriversi nelle graduatorie delle GPS nelle città del Nord Italia o ad accettare il ruolo in una regione lontana da quella dove vivono.
Numerose sono le sfide e le difficoltà che affrontano quotidianamente i docenti fuori sede.
Docenti che si trasferiscono, da un giorno all’ altro, al Nord e lasciano affetti, genitori, figli, amici e parenti.
Docenti che si trasferiscono con tristezza, con un senso di colpa nel cuore legato alla volontà di voler fare il lavoro per il quale hanno tanto studiato, ma sono chiamati a lasciare i loro cari per seguire la loro strada.
Docenti che non potranno vedere i loro figli crescere oppure non potranno assistere nelle cure gli anziani genitori.
E tutto questo per un sistema di reclutamento che dovrebbe essere cambiato.

Nonostante i pensieri, i docenti fuori sede entrano in classe ogni giorno con un sorriso.
Ma le difficoltà non finiscono qui.

Affittare casa vicino alla scuola resta un’utopia a causa degli alti prezzi.
Lunghi spostamenti, a piedi, con i mezzi pubblici o in auto, per raggiungere la scuola.
Trovare una casa o una stanza ad un prezzo moderato è una sfida.
Tanti sono i docenti che affittano una stanza e cercano coinquilini per dividere le spese.
Affitto e utenze a fine mese, spese, cercare di conservare qualcosa anche per dignità personale e anche per prenotare i biglietti per ritornare a casa.

Come gli studenti fanno il conto alla rovescia e aspettano i tanto attesi “ponti”, anche questa è un’attesa per il docente fuori sede. Un conto alla rovescia per poter riabbracciare i propri affetti per poi doverli salutare dopo pochi giorni perché il dovere chiama.
Anche se non tutti i docenti possono cogliere questa occasione. Complici i prezzi elevati dei biglietti e la carenza di corse dei mezzi di trasporto.

Infine non è sempre semplice per un docente abbracciare ed essere accolto da una nuova cultura.
Perché nell’Italia del 2023 sono diffusi ancora stereotipi, luoghi comuni e razzismo.
Strano, ma vero.
Doloroso, ma è così.

Ricordiamoci che dietro il nome di ogni docente c’è una storia che merita rispetto.
Storie di difficoltà, di lontananza dagli affetti, di chi è riuscito dopo anni a tornare a casa e di chi purtroppo ancora non ce l’ha fatta.

Con l’augurio che il sistema di reclutamento possa cambiare e possa dare la possibilità ad ogni docente di poter lavorare dove il suo cuore desidera.

UfficioStampaAdessoScuola

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